Abitudini.
- Narima Zimbaldi
- 11 ago 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Manteniamo le buone abitudini. Sì ma quali?

Trovare il tempo per scrivere ormai è come trovare il tempo per l’attività fisica; pressoché inesistente. A volte per pigrizia, altre per vera mancanza di tempo ma, altre ancora, sento proprio essere una stanchezza fisica quanto emotiva.
Mi piacerebbe raccontare mille cose ma nello stesso tempo mi sembra che tutto ciò che ho da dire sia banale, qualcosa di già sentito o già letto in giro, di già esposto più e più volte e così cancello tutto e metto via.
Tuttavia (ogni volta che inizio una frase così mi sento molto Albus Silente) siamo qui e qui, per me, è un bel luogo di incontro.
Ho 37 anni freschi freschi. Sul sentirli posso dire che me li sento proprio tutti e anche di più, sul dimostrarli mi sento dire spesso che sembro più giovane e quasi inizio a crederci. Sicuramente non mi vedo la donna matura che mi immaginavo diventare da ragazza; abbigliamento elegante ma non troppo, aspetto curato, tacchi alti, pelle abbronzata… ah no, quella no, mai sognata però i tacchi alti è colpa di mia zia se mi sono sempre piaciuti.
Ebbene, mi ritrovo giornalmente in jeans, maglietta e scarpe sportive tanto che se dovessi partecipare al programma “ma come ti vesti” nel cesto degli abiti da abbandonare ci sarebbero copie e copie e copie in stile armadio di paperino. In realtà, se devo dirla tutta, non ho nemmeno così tanti vestiti da dover fare il famoso cambio dell’armadio quindi potrei dire di non essere (più) una shopping addicted che al giorno d’oggi è una gran cosa.
Tutto questo, di per sé, non sarebbe neanche un male se non fosse per quella stanchezza che mi porto appresso.
Partiamo dal presupposto che l’estate mi stanca; non mi piace e non mi è mai piaciuta, non amo il caldo e la mia bassa pressione continua ne è la prova, non amo stare al sole, abbronzarmi o andare in piscina. Non so nemmeno nuotare se è per questo quindi come segno d’acqua non ci azzecco niente.
Il mare mi piace ma alle 6 di mattina per andare a macinare chilometri in spiaggia, dalle 10 per me è già ora di rientrare. La montagna, invece, la vivo da quasi una vita anche se ora è più difficile dire “andiamo a camminare” perché mi sento rispondere “mamma ma io sono stanco!” ogni 100 metri.
Ma mare o montagna che sia, l’estate mi stanca. Mi prosciuga le forze, i pensieri, la creatività, la voglia di fare qualsiasi cosa; a volte valuto l’idea di andare in una sorta di letargo a giugno per risvegliarmi verso fine settembre.
Questo anno è stato abbastanza pesante per diversi motivi e forse è anche per questo che la stanchezza mentale, stavolta, è più accentuata; vorrei arrivassero presto 10 giorni di pioggia e temperature più miti per resettare il cervello. A voi non capita mai?
Arrivare a essere saturi di tutto (e tutti a volte) e sentirvi completamente privi di capacità.
Io mi sento esattamente così. E come se ne esce? Da che parte si inizia a riprendere in mano le giornate? Molti di voi diranno “da quando riaprono le scuole!” ed è vero, forse un po’ lo penso pure io ma a volte mi sento in difetto anche nel sentirmi così incapace nel gestire la vita di tutti i giorni, anche a scuole chiuse.
Ne riparliamo a settembre?
Sì, quando riprenderò a organizzarmi e, forse, avrò di nuovo delle buone abitudini.
Come bere un buon caffè nel mio posto preferito.
"Non mi piacciono i problemi. Li evito quando posso e non mi pace che la gente me li faccia notare".
(Lorelai Gilmore)
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